L’architetto Olivia Carone è da sempre una strenua sostenitrice dell’ambiente.
Architetto progettista con interesse per l’ambiente sin dai tempi dell’università quando, approfondisce questi temi attraverso corsi di specializzazione e master post-universitari, in Italia e all’estero.
L’architetto Carone, realizza progetti per privati e P.A. rivolti all’integrazione ambientale ed economica e inoltre, come giornalista pubblicista, collabora da anni con diverse e numerose testate giornalistiche di settore.
Ha fondato e presieduto, associazioni di professionisti del settore e comitati scientifici.
Attualmente, presiede un’associazione rivolta alla ricerca di soluzioni innovative finalizzate al miglioramento della qualità ambientale per i cittadini.
Architetto Carone, cosa è cambiato nel mercato della sostenibilità negli ultimi 20 anni?
Direi che è aumentata la sensibilità nei confronti dei temi ambientali e di quanto questa possa incidere sul proprio
stile di vita in positivo, sensibilità, trascinata principalmente da una serie di normative di matrice europea che tuttavia stanno ancora trovando difficoltà ad essere culturalmente accettate a livello generale soprattutto per quanto riguarda l’efficacia delle soluzioni da adottare in vista di obiettivi spesso non ben compresi. In tutto ciò opera anche in modo non secondario un tipo di comunicazione contraddittoria o al contrario eccessivamente tecnica di difficile comprensione, a cui si sommano disomogeneità normative regionali che certo non contribuiscono al raggiungimento omogeneo degli obiettivi come auspicato in ambito europeo.
Le classi energetiche cosa hanno comportato nella scelta di acquistare casa?
Come dicevo, hanno reso più visibile e comprensibile ai ‘non addetti ai lavori’, una qualità nascosta ma estremamente importante nella stima dei valori immobiliari e degli impatti ambientali quindi, anche urbani e sociali, degli edifici e cioè l’efficientamento energetico e la
contestuale riduzione dell’impatto che ciò ha sull’ambiente naturale da cui traiamo le basi della nostra sussistenza.
Con il diffondersi di questo tipo di informazioni è aumentata anche la consapevolezza dell’importanza di preservare l’ambiente e, in campo edilizio, del tipo di materiali e impianti che possono costituire una valida alternativa a scelte più tradizionali.
Le case prefabbricate in legno che una volta erano viste come “La casetta in Canada” ed era impensabile potessero arrivare anche in regioni come la Lombardia, oggi, sono sempre più diffuse e devo dire che non hanno anche costi molto alti. Ci può spiegare perché?
Premesso che, nel settore della progettazione “verde” sono stati fatti grandi passi in avanti, per quanto riguarda questo specifico settore lo sviluppo recente di tecniche innovative nel trattamento del legno, in particolare quello lamellare, ha dato origine a soluzioni strutturali meno vincolanti e molto simili a quelle alle quali siamo stati abituati con il calcestruzzo armato, l’acciaio e il mattone.
L’effetto, è stato quello di liberare il legno dal sistema a tronchi o travi sovrapposte orizzontalmente per costituire pareti portanti con luci contenute sullo stile appunto, di una baita tradizionale.
Possiamo aggiungere una serie di qualità che hanno contribuito all’attrattività e ampia diffusione del legno strutturale come stiamo vedendo in questi ultimi anni. Si tratta infatti di un materiale naturale, quindi di tipo rinnovabile e riciclabile, facile da assemblare e prefabbricare, leggero dato che ha un peso specifico inferiore ai 500 kg/m³ rispetto ai 2.000 – 2.500 del cemento armato e i 7.800 dell’acciaio, ma resistente, con una efficienza strutturale simile all’acciaio ma più economico, con costi che non si discostano particolarmente da quelli di una costruzione di buon livello
presente già sul mercato.
Inoltre, è un buon isolante termico, elettrico, acustico e un materiale igroscopico, in grado cioè di assorbire le variazioni di umidità dei
locali per un ambiente sano, si tratta di un materiale rinnovabile, riciclabile, che riduce i consumi nel ciclo di vita dell’edificio e, da non sottovalutare, viene percepito in modo gradevole alla vista al tatto e all’olfatto.
In sostanza si tratta di utilizzare un materiale antico e ben conosciuto, in modo moderno.
Importante infine, non sottovalutare le sue qualità elastiche e contemporaneamente di resistenza a trazione e compressione, il che gli permettere di reagire bene in caso di eventi sismici anche di forte entità come ci mostrano numerosi test effettuati dal CNR.
Pensa si potrà arrivare anche a realizzare condomini con questo metodo? E fino a quanti piani?
Attualmente l’edificio costruito in legno più alto al Mondo è il Mjøsa Tower in Norvegia, che raggiunge 85 metri di altezza, seguito condominiali in legno che raggiungono i nove piani fuori terra e mi risultano altri in costruzione è in Trentino.
Credo tuttavia che sia bene valutare anche la possibilità di utilizzare questo materiale per interventi parziali sfruttandone la leggerezza e velocità di esecuzione in cantieri asciutti quando si tratta di aggiungere piani a edifici esistenti.
I suoi clienti sono orientati solo al sostenibile?
È sempre necessario approfondire preliminarmente le singole esigenze alla luce di soluzioni sostenibili e applicabili.
Ciò nonostante, la risposta è decisamente affermativa, anche per quanto riguarda migliorie nella gestione economica e, nello stile di vita che questi edifici producono.
Grazie per il suo tempo
Vi ringrazio per l’invito a questa bella iniziativa, e auspico, con Casa benessere, una proficua collaborazione e auguro un futuro luminoso, perché spesso, vincoli normativi, tecnici ed economici ne limitano la realizzabilità.