Di notte sognò di essersi trasformato in una bella aquila che volava sopra i condomini.
Ed era felice.
“Io, ormai sono un aquila, e non ho più problemi ai quali pensare”
Ad un tratto vide Sofia mano nella mano con un giovane, sportivo, imprenditore, che non aveva avuto paura di saltare il fosso. Lo aveva conosciuto ad un corso di formazione, quella formazione che Matteo faceva solo per dovere aziendale, ma non per se stesso.
E provò un tonfo al cuore.
Guardò il suo ufficio, il suo capo che redarguiva il malcapitato di turno e solo per sfogare contro di questo la rabbia nata da un litigio con la propria moglie. Matteo, provò una lieve soddisfazione, stava redarguendo il suo collega stronzo!
Ma questo non leniva il suo dolore per Sofia, anche lui avrebbe potuto fare di più, anche perché lo voleva veramente, ma non ne aveva il coraggio, non voleva saltare il fosso.
Improvvisamente vide un cacciatore che lo stava puntando, si spaventò, aveva paura di morire con lo spauracchio di essere vissuto senza fare nulla per cambiare la propria vita.
Ma oramai, forse, era troppo tardi, si sentì stupido, e avrebbe voluto tornare indietro.
Si sveglio tutto sudato ma fece un sospiro di sollievo. Si alzò, prese il modulo in mano, lo firmò e lo inviò accennando un sorriso orgoglioso: sarebbe diventato un amministratore di condominio innovatore. La sera lo avrebbe detto a Sofia, invitandola a passare la serata da lui.