Ma i figli deli amministratori vogliono fare gli amministratori?

Le attività di famiglia sono quelle che se ben gestite hanno fatto le fortune delle famiglie, ma seguire le orme del padre è così facile?

Ricordo un ragazzino di una famiglia artigiana brianzola che davanti a tutti diceva che gli piaceva il lavoro di famiglia, ma poi da solo mi mostrava dei lavoretti che faceva lui di prodotti di design, che erano all’antitesi del lavoro di artigianato artistico fatto da genitori, zii, cugini.

In questo caso è meglio che i genitori lascino liberi i figli di seguire la propria strada. Ci sono casi in cui vedendo il genitore  impegnato o “tribolato” , senza sabati e domeniche, con poca attenzione alla famiglia, pur amandola, fanno propendere per altre scelte “più tranquille”

Perché chiunque fa un lavoro che gli piace è una persona soddisfatta  senza se e senza ma, nonostante le tribolazioni.

Chiedevo qualche anno fa ad un noto imprenditore della Brianza nel periodo natalizio, come mai lui non era in vacanza come i suoi dipendenti e figli e mi ha semplicemente risposto “Chi ama il proprio lavoro è in vacanza tutto l’anno”.

Sempre anni fa a una riunione dell’associazione industriali di Monza un relatore diceva che i figli bisogna portarseli da piccoli in azienda e cominciare a fargli amare il lavoro che fa il papà fin da piccoli.

Si è alzato un giovane ragazzo che ha detto “io sono uno dei pochi che ha avuto il coraggio di dire di no a mio papà e mi sono costruito un’azienda per conto mio”.

Ma sempre di azienda si tratta.

Tornando alla domanda iniziale, ma i figli degli amministratori vogliono fare gli amministratori?

Lo ho chiesto a Peppino De Filippis, presidente di A.I.C. e figlio di un amministratore, gli chiedo:

“Perché hai scelto di fare la professione di amministratore come tuo padre?”

“Inizialmente ho cominciato per dare una mano anche perché non ho mai voluto pesare economicamente sulle spalle dei miei, poi con il passare del tempo è divenuta una professione vera e propria, anche perché ho provato altre attività come dipendente, ho persino vinto un concorso nella carriera direttiva delle poste, ma il mio spirito libero mi riportava sempre alla attività di libero professionista, e quindi a questo punto, constatata la mia ormai competenza nel settore ho deciso di non lasciar disperdere quanto appreso e continuare su questa strada che comunque, se fatto con professionalità e onestà, offre delle ottime possibilità di affermazione.”

“Cosa è cambiato in questi anni?”

“È cambiata principalmente la figura dell’amministratore da buon padre di famiglia a manager imprenditoriale esperto in più settori a cominciare dalla contabilità ormai non più gestita in partita semplice ma con dei veri e propri bilanci in partita doppia, per finire ad esperto di settori propri di una azienda. Una figura professionale a cui affidarsi con stima e senza preconcetti medievali, cercando di comprendere che un professionista del settore non è solo chi sa gestire una contabilità ma un vero e proprio manager esperto in Real Estate.”

“Che futuro ha questa professione impostata come è oggi?”

“Ritengo possa essere una professione da annoverare fra quelle intellettuali e considerati i tempi penso sia maturo accedere ad un albo o registro che dir si voglia per rendere questa professione adeguata alle altre inserite nelle professioni intellettuali, dare la giusta considerazione ad un lavoro socialmente utile e di grande spessore tecnico scientifico.”

“Cosa serve per svecchiare la professione?”

“E’ una domanda capziosa fatta al sottoscritto ormai sulla soglia della pensione… ma non mi tiro indietro, innanzi tutto occorre che i giovani apprendano dalla storia dei “meno giovani” giusto per comprendere l’evoluzione della professione, per poter essere sempre all’altezza dei cambiamenti che incontreranno sulla loro strada, secondo Charles Darwin <<Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella che si adatta meglio al cambiamento>>
Ecco se i giovani, che si apprestano a fare questa professione, capiranno la filosofia del “cambiamento” e della “professionalità” allora la strada sarà liscia e ben asfaltata perché qualcun altro molti anni prima ha lottato per questa professione.”

“Qualche suggerimento?”

“Si, ne avrei tanti, ma ne do uno solo, non siamo un punto d’arrivo ma solo uno dei tanti rami che dovranno dare lustro a questa professione perché nessuno si senta deluso domani nel dire io sono un amministratore di condominio.”

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