Leggere la storia della radio e la sua evoluzione è affascinante. Capire cosa ha rappresentato durante la guerra mondiale fa venire i brividi: arrivava un segnale dal fronte, era la radio. Anche se ancora imperfetta, portava notizie, speranza e faceva sentire meno soli.
La radio, oggi come allora, ha un valore speciale. Ti accompagna mentre lavori, viaggi, o semplicemente mentre cerchi un momento per rilassarti. Una vecchia canzone che ti riporta indietro nel tempo, una voce che rompe il silenzio della giornata, un pensiero condiviso che sembra rivolto proprio a te.
Eppure, in un mondo dominato da social media e piattaforme video, vale ancora la pena parlare della radio come mezzo di comunicazione professionale? Assolutamente sì. Ecco perché.
🎙️ Perché la radio ha ancora un ruolo chiave:
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È un mezzo intimo – La voce in cuffia crea un legame diretto con l’ascoltatore.
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Si adatta alla vita frenetica – Puoi ascoltarla mentre fai altro, senza bisogno dello schermo.
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È autorevole e credibile – Chi parla in radio viene percepito come competente e affidabile.
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Crea comunità – I programmi radiofonici, soprattutto quelli con interviste e ospiti, rafforzano la connessione tra chi parla e chi ascolta.
🎧 La mia intervista su Universal Talk
Sono stata felice di essere ospite su Universal Talk, una piattaforma che unisce la forza della radio tradizionale con la dinamicità del web. Abbiamo parlato di innovazione nel mondo del condominio, del ruolo dei professionisti oggi e di come il design può migliorare il modo in cui viviamo gli spazi condivisi.
👉 il link per riascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=9Klz1flDjqg
Un grazie speciale a Manuela Morandi e Marina Perrotta, fondatrici della piattaforma, per aver creato uno spazio dove le storie contano ancora, come quando si aspettava il segnale dal fronte.