CHI VUOL ESSERE VISIONARIO?

Sabato 23 novembre, presso la fiera Restructura al Lingotto di Torino, si è svolto il workshop di creatività visionaria dal titolo “Chi vuol esser Visionario? Soluzioni creative per la riqualificazione degli androni condominiali”. Ideatrice del workshop è stata Giulia Berruti dell’Associazione Condominio 4.0, mentre Ottorino Piccinato, fondatore della scuola “Chi vuol esser Visionario?”, ha condotto il workshop. I workshop “Chi vuol esser Visionario?” hanno due obiettivi principali: 1. Formare creativamente i partecipanti attraverso l’utilizzo di un Metodo Esclusivo, sviluppatosi in oltre 30 anni di applicazioni. 2. Ottenere idee creative e progetti concreti sul tema assegnato.

I partecipanti, che non si conoscono tra loro, devono trovare uno spirito comune di partecipazione, fondamentale per la riuscita del workshop. Per questo motivo, il Metodo Esclusivo prevede l’esecuzione di alcuni esercizi finalizzati a coinvolgere tutti i presenti e predisporli alle attività creative e progettuali. Prima di iniziare i lavori veri e propri, Piccinato ha presentato e illustrato quelle che vengono chiamate le Regole del Gioco. Si tratta di semplici comportamenti, indubbiamente utili al raggiungimento degli obiettivi e al successo del workshop. Sono definite Regole del Gioco perché l’intero workshop deve essere affrontato in modo disteso e colloquiale, come fosse un’attività ludica che coinvolge persone che non si conoscono, ma che devono lavorare assieme per un certo periodo di tempo. Parlare di gioco non significa sminuire l’attività e la professionalità del workshop; al contrario, ha il significato di coinvolgere i partecipanti in modo rilassato, rendendo l’esperienza proficua e produttiva.

Le regole a cui è stato chiesto di attenersi sono poche, semplici ed efficaci, e possono essere rispettate in qualsiasi attività progettuale, creativa o sociale che i partecipanti potranno affrontare, sia nella vita lavorativa che in quella privata, per tutta la vita, qualora lo volessero. Infatti, queste regole servono a creare armonia tra le persone, riducendo al minimo lo stress e le discussioni, situazioni che ostacolano il dialogo e la crescita creativa di chiunque.

  1. Non dire mai “no”, “ma”, “invece”. Queste parole inibiscono le attività delle persone presenti, al punto che qualcuno potrebbe decidere di non dare alcun apporto al workshop perché le sue idee sono oggetto di critica. Si consiglia di evitare l’uso di queste parole anche nella vita quotidiana, per favorire un dialogo più fluido.
  2. Devi avere pazienza; la fretta è nemica della creatività. I partecipanti devono affrontare i temi e gli esercizi con rilassatezza, senza cercare immediatamente di comprendere il motivo di ogni assegnazione. Solo alla fine si renderanno conto che il percorso aveva un senso.
  3. Accetta le proposte degli altri. Questo concetto, sebbene ovvio, non sempre viene rispettato. Accettare le idee altrui è fondamentale per un lavoro creativo e costruttivo. Non significa che tutto sia sempre valido, ma consente di proseguire solo con le soluzioni più interessanti.
  4. Il gruppo conta più del singolo; il concetto del Lego. La collaborazione tra i partecipanti porta a risultati più ricchi rispetto a quanto possa fare un singolo. Unendo le idee, si possono creare progetti molto più complessi e interessanti.
  5. Mettiti in gioco. Abbandonare le proprie certezze e condividere con il gruppo tutto ciò che si sa, e anche ciò che si sta per scoprire, è essenziale per stimolare la creatività collettiva.
  6. Rispetta la riservatezza. È importante sentirsi liberi di esprimere idee innovative senza timore di giudizi esterni. La riservatezza favorisce un ambiente creativo e aperto.

In base al numero dei partecipanti, alle ore e ai temi assegnati, il metodo prevede una serie di esercizi, sia individuali che di gruppo, che possono andare da 3 a oltre 20. Nel caso del workshop al Lingotto, della durata di sole due ore, gli esercizi sono stati ridotti al minimo essenziale. In particolare, sono stati proposti i seguenti esercizi:

  • A – Osservazione delle immagini: Ai partecipanti è stato chiesto di consultare siti online di immagini e selezionare due immagini a loro insindacabile giudizio, senza conoscere il motivo della scelta. Questo approccio favorisce scelte spontanee e non influenzate.
  • B – Definizione delle sensazioni: Una volta individuate le immagini, ai partecipanti è stato chiesto di scrivere le sensazioni provate osservandole, senza pensarci troppo. Le 12 sensazioni comunicate dai partecipanti sono state: Eleganza, Equilibrio, Scoperta, Armonia, Libertà, Leggerezza, Essenza, Smarrimento, Attesa, Esplorazione, Prospettiva e Curiosità. Queste sensazioni costituiscono le parole chiave su cui si snoda il resto del workshop.
  • C – Creazione delle idee magiche: In questa fase, ai presenti è stato chiesto di immaginare di osservare il proprio ambiente lavorativo dall’alto, abbandonando temporaneamente le proprie conoscenze professionali per pensare a idee magiche, cioè possibilità non necessariamente concrete, ma stimolanti.
  • D – Soluzioni reali: Sulla base delle idee magiche generate, sono state ideate soluzioni concrete e realizzabili, nonostante il tempo limitato a disposizione.

L’elenco delle idee magiche e delle soluzioni reali scaturite durante il workshop è stato ampio e variegato, dimostrando l’efficacia del metodo. Le conclusioni evidenziano che i workshop visionari funzionano e producono soluzioni reali, talvolta inimmaginabili. Il fattore tempo si è rivelato cruciale per stimolare l’interazione tra i partecipanti e facilitare la creazione di idee innovative. La soddisfazione dei partecipanti è stata tangibile e si auspica che nei prossimi workshop del Lingotto ci sia un numero maggiore di partecipanti, con più tempo a disposizione per arricchire la qualità dei progetti proposti.

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