Il condominio che verrà: tra riforme, professionalità e sfide europee

Il condominio che verrà: tra riforme, professionalità e sfide europee

A cura di Assocond Conafi

Il condominio italiano è oggi uno dei settori più affollati da norme, pratiche e figure grigie.
Più di 200.000 amministratori operano nel nostro Paese, spesso senza una collocazione chiara: tra professionista, secondo lavorista, condòmino improvvisato o pensionato “di rientro”.
Una giungla. E il sistema, così com’è, non aiuta a fare chiarezza. Anzi, a volte sembra incentivarla.

L’Italia è in clamoroso ritardo rispetto all’Europa nella modernizzazione del comparto condominiale:

  • Nessun ordine professionale
  • Un esame di abilitazione mai realmente istituito
  • Corsi da “100 ore” venduti da associazioni che fanno business sulla formazione, ma non sulla qualità
  • Nessuna regola previdenziale sostenibile per chi amministra come secondo lavoro

È tempo di un’agenda riformista

Con questo convegno – promosso da Assocond Conafi, in collaborazione con Condominio 4.0 e Partner ESTIA – vogliamo porre le basi per una riflessione aperta ma concreta sul futuro della professione.

Cosa servirebbe?

  • Una scelta di campo netta:
    gli amministratori devono essere inquadrati o come professionisti (con tutte le conseguenze del caso: istituzione di un ordine, accesso controllato, tutela previdenziale),
    oppure come imprenditori, con piena autonomia gestionale e responsabilità coerenti
  • Un sistema di accreditamento serio, che metta fine alla giungla di corsi e abilitazioni discutibili
  • Il riconoscimento della personalità giuridica del condominio, per semplificare responsabilità, rappresentanza e gestione

Guardare avanti: il condominio nella transizione europea

Il Green Deal europeo – pur nella necessità di essere corretto e semplificato – resta una traiettoria obbligata.
L’Italia dovrà investire ancora nel recupero e nell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.
Magari con un “110% ridisegnato”, più sobrio, più serio, più utile.

In questo scenario il condominio può diventare protagonista. Ma servono regole chiare, e un sistema capace di selezionare e sostenere chi vuole davvero fare bene questo lavoro.

 

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